Visti in fiera – Le reinterpretazioni di Monticolor

C’è un senso di dolcezza nella collezione autunno-inverno 25/26 di Monticolor, almeno a giudicare da come è stata presentata a Pitti Filati: un ingresso allo stand in stile pasticceria, anche per stuzzicare la fantasia di clienti e visitatori.

Ed anche la presentazione dei vari articoli fatta con il consueto garbo da Marie Nardi (nella foto l’art director col direttore commerciale Alberto Corti) è un modo per dettare i tempi giusti in un mercato sempre più convulso e nel quale l’azienda bresciana si muove aprendo sempre nuove strade.

Marie Nardi e Alberto Corti

La collezione è frutto del lavoro di tutto il team che, mentre gennaio consentiva di consolidare un buon 2023, ha preparato il book per Pitti Filati, una fiera alla quale Monticolor si è presentata con la tessa quantità di filato prodotta nel semestre 2023 ma anche con una previsione di chiusura del 2024 con un -4%.

“Ogni settore che riforniamo – dice Corti – ha un calo generalizzato e quindi la decrescita è fisiologica. Cerchiamo comunque di trovare sempre soluzioni positive. E’ andata bene la calzetteria, siamo cresciuti nella maglieria rettilinea e nel jersey abbiamo clienti solidi. Abbiamo anche investito in macchinari ad aria per il cashmere, da metà aprile sdiamo pronti con l’invernale e poi ad ottobre penseremo all’estivo”.

Ad accompagnare le parole c’è un’inspiration box che dà modo ai clienti di avere tra le mani l’intera collezione per valutare i filati toccandoli e confrontando fibre e colori.

La collezione si chiama Reinterpratations, declinata in tre linee stilistiche: Gourmandies, Summits e Work Space.

Gourmandies è ispirata all’ultima regina di Francia Maria Antonietta, con velluti vintage, mischie di cashmere e effetti pelosi che ricordano lo zucchero filato. Summits invece ha effetti fiammati e organici che si mescolano a mischie di merino, ciniglie sostenibili e filati soffiati. Infine Work Space, riferimento alla Space Age degli anni Sessanta, al minimalismo dei ’90 e a un futuro in un’ipotetica stazione intergalattica con maglie tecniche sottili come una seconda pelle.

Merino Connections è invece il nuovo progetto avviato da Monticolor per incrementa l’offerta di filati: il volume della lana Merino Extrafine si unisce alla finezza del cotone organico con tecniche sofisticate per creare Hug Merino e Craft Merino. Il progetto si aggiunge a Sense of Cashmere, uno dei cavalli di battaglia di Monticolor: in unione al cotone in Curly Sense, con una nuova palette di nuance in My Sense e Live Sense e con i ritorti in Five Sense e Seven Sense. Organic Sense è invece la gamma di filati naturali, biologici e certificati.

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Matteo Grazzini
Matteo Grazzini