Visti in fiera – Tessuti di Sondrio e la reinterpretazione del workwear

19Un dialogo tra fibre che coniuga tradizione e futuro. Tessuti di Sondrio parte dal cotone dei tessuti da lavoro ed arriva alle interpretazioni di avanguardia di giovani designers. Un percorso nello stand dell’azienda parte del Gruppo Marzotto guidato da Fabio Grazioli, brand manager e profondo conoscitore dell’azienda. “Negli anni ’50 la metà dei lavoratori della provincia era impiegata presso Tessuti di Sondrio – commenta – questo dà la misura del legame tra l’azienda e il territorio, un legame che vogliamo mantenere pur con la nostra vocazione al commercio con il mondo”. Prova di questo legame col territorio è il progetto Ciuta, portato avanti con il consorzio valtellinese Pro Patrimonio Montano, che prende il nome da quello di una pecora alpina che un gruppo di ragazzi ha recuperato in un progetto legato alla biodiversità. “Questa pecora è molto piccola e dalla lana ispida – spiega Grazioli – per superare queste due caratteristiche non proprio ideali per le lavorazioni è stata incrociata fino a che si è persa la razza originale. Fino al lavoro di questo gruppo di giovani che l’hanno recuperata e hanno creato una microfiliera che premia la biodiversità e la sostenibilità nella produzione di cappotti e capispalla pesanti che richiamano gli Harris Tweed inglesi“.

La reinterpretazione del workwear si trova nella linea Drill Sondrio: un nuovo workwear in 100% cotone, dal mood contemporaneo, declinato nei colori-chiave cachi, verde e bluette. Dall’abbigliamento da lavoro al denim, reinterpretato in una versione più sofisticata e chic: con Luxury Denim, Tessuti di Sondrio propone un look sportivo rivisitato in chiave più ricercata, che vede protagonista la lana utilizzata in purezza o in mischia con cotone, cachemire o fibre vegetali come la canapa – che conferisce al tessuto proprietà antibatteriche – o come l’ortica, che imprime alle basi particolare compattezza e flessibilità.

Guardando alle novità, sono stati presentati proprio a Milano Unica i risultati del progetto Metropolis, lanciato sempre a Milano nell’edizione di febbraio: un tessuto double face e double color realizzato in collaborazione con Eurojersey, da un lato lana, cotone o lino firmati Tessuti di Sondrio e dall’altro nylon Sensitive® Fabrics, brevetto esclusivo di Eurojersey. Nuovi tessuti ottenuti grazie ad una tecnica di accoppiamento millepunti, interpretati da un giovane designer, Takeshi Morisaki. Altro progetto presente nello stand Tessuti di Sondrio è SOLARIS sottoforma di capi finiti firmati da Giuseppe Buccinnà (nella foto in apertura), realizzati in collaborazione con Tintoria Emiliana. Buccinnà, ingegnere civile al Politecnico di Milano e poi diplomato modellista all’Istituto Secoli, mette la sua formazione decisamente trasversale al servizio di Grifoni, di cui è direttore creativo, del proprio brand, ma anche di consulenze con top brand come questa con Tessuti di Sondrio.

“Una delle nostre parole chiave è contaminazione – continua Grazioli – della tradizione con l’innovazione, del formal wear con l’active wear: il plus che i nostri giovani designer portano è la rivisitazione dello stile Preppy di Tessuti di Sondrio che rischia di non esser più attuale. Il nostro obiettivo si legge bene nella linea Armadio di Sondrio, un concetto di lifestyle con cui proponiamo diversi capi in cotone (fibra povera per eccellenza) nobilitato da fibre nobili per performance inaspettate che vanno oltre il concetto di stagionalità. Oppure un tessuto classico come il velluto reinterpretato con lo smerigliato, per una mano nuova e giovane”.

Attenzione alla sostenibilità con Infinity, tessuti realizzati a partire da cotoni certificati GRS (fibre riciclate pre o post consumer) e potenzialmente rigenerabili all’infinito. Cotoni ecrù generati dagli scarti di produzione dell’azienda, che invece di essere smaltiti vengono prima sminuzzati e poi rigenerati in filato pronto per la tessitura. E con Herbarium, la collezione di tessuti realizzati a partire da filati di cotone biologico certificato GOTS, colorati naturalmente grazie all’impiego del decotto delle sole parti commestibili di piante, fiori e radici (indaco, edera, legno, melograno, campeggio e tannino). In questo caso fondamentale la collaborazione con la Tintoria di Quaregna.

In relazione ai risultati economici, Tessuti di Sondrio si dice molto soddisfatta: il posizionamento del prodotto è piuttosto alto e il fatturato del 2022 ha visto una crescita del 64% da 22 a 48 milioni di euro. “I nostri mercati principali – conclude Grazioli – sono Spagna, America, Germania. Nel 2022 siamo cresciuti anche nel mercato interno”.

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