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Corertex, la battaglia sui rifiuti arriva alla Regione Toscana

Incontro in Regione Toscana tra Corertex, il consorzio per il riuso e il riciclo tessile, e la massima istituzione locale per rafforzare il dialogo sul tema dei rifiuti con la Regione Toscana.

Il presidente Raffaello De Salvo è stato infatti in audizione nella commissione Quarta, quella che ha competenze sull’ambiente e sul piano regionale dei rifiuti, per affrontare il tema della raccolta differenziata nel tessile. Un incontro che ha rappresentato l’occasione per il Corertex di illustrare il nuovo documento sul futuro di riuso e riciclo tessile, già inviato ai ministeri competenti e sottoposto all’attenzione del governo.

Testo in cui si auspicano specifici interventi da parte dello Stato italiano e dell’Europa per salvaguardare le peculiarità di uno dei distretti più evoluti del mondo. “Ho avuto modo di esporre a 360 gradi il lavoro del consorzio e del distretto pratese – spiega De Salvo – e di come riusciamo a trasformare un rifiuto tessile in una preziosa risorsa di economia circolare, con tutti i vantaggi ambientali ed economici che ne derivano. Ho percepito grande interesse da parte della commissione sull’attività del Modello Prato in ambito di gestione dei rifiuti tessili e mi auguro che sia l’inizio per cominciare a collaborare a un progetto comune volto a fortificare e a migliorare l’attuale filiera pratese dell’economia circolare tessile”.

Il Corertex ha proposto alla Regione l’avvio di una campagna informativa congiunta sulle buone pratiche di conferimento dei rifiuti tessili. Una iniziativa rivolta ai cittadini per una corretta raccolta differenziata, partendo proprio dalle scuole di ogni ordine e grado. L’idea è di fare comprendere al meglio, soprattutto alle nuove generazioni, la reale importanza per la comunità di un buon conferimento dei rifiuti tessili e quale sia la giusta consapevolezza da raggiungere nell’acquistare capi d’abbigliamento in maniera sostenibile.

“Con gli stessi obiettivi stiamo collaborando anche con il Comune di Prato, tramite gli spazi di Prisma, dove è stato costituito un tavolo di lavoro incentrato sulle future normative per i rifiuti tessili” aggiunge De Salvo.

Richieste, come quella di rivedere e riscrivere l’ultima risoluzione del Parlamento Europeo in tema di rifiuti tessili, sono arrivate anche a Bruxelles grazie alle recenti riunioni con alcuni europarlamentari: “Leggere nel testo europeo che non esiste nell’Unione un modello commerciale redditizio associato alla raccolta differenziata e alla lavorazione dei rifiuti tessili – conclude De Salvo – significa ignorare completamente ciò che il Modello Prato rappresenta in Italia, in Europa e nel mondo. Questa considerazione è totalmente errata e priva di fondamento poiché un modello commerciale, redditizio e funzionale per la gestione dei rifiuti tessili in Europa esiste ed è attivo e produttivo fin dal 1850 nel distretto tessile pratese. Un modello che ha anticipato di gran lunga qualsiasi teoria sull’economia circolare. Un sistema che lavora attualmente oltre 100.000 tonnellate di rifiuti tessili composti da cicli pre e post consumo con una filiera consolidata nel tempo, trasformando la maggior parte dei rifiuti in materiali riusabili e commerciabili come indumenti usati, filati, ovatte, prodotti per l’edilizia e l’industria e molto altro. Un modello che non può essere ignorato nel testo europeo, e che anzi deve essere valorizzato. L’augurio è quello che la politica a ogni livello possa incidere per modificare il testo e tutelare il nostro distretto”.

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