Sarà l’artigianato italiano il 54′ patrimonio dell’umanità presente in Italia? L’iter per affiancare questo tipo di lavoro alla Torre di Pisa, al centro di Roma, ai Sassi di Matera o alla Basilica di Assisi (per fare quattro esempi) è iniziato e proprio il cammino da fare è stato lo spunto per una tavola rotonda a Origin Passion and Belief coordinata da Klaus Davi, promotore della proposta di candidatura.
A parlarne Dorina Bianchi, sottosegretaria al Ministero dei Beni Culturali, Ercole Botto Poala, presidente di Milano Unica e Fabio Pietrella, presidente di Confartigianato Moda: con loro anche Lorenzo Frigerio per Confartigianato Tessile Lombardia, Brenda Bizzi per White Milano, Elena Sinibaldi, anche lei del Ministero dei Beni Culturali e, in collegamento video, Ottavia Ricci, consigliere del ministro Franceschini per la sostenibilità nel turismo.
Un mix di pareri e competenze con l’unico obiettivo di arrivare alla nomina di patrimonio dell’umanità: “Abbiamo iniziato a parlare del valore dell’artigianato già a Pitti – ha detto Bianchi – ed oggi siamo qui per continuare a farlo e ad esaltarne il valore, che non è solo legato alla moda”.
“Siamo industria – ha detto Botto Poala anche nelle vesti di imprenditore – ma nasciamo artigiani, anche nel modo di pensare. A Milano Unica ci sono centinaia di persone che con un filo, un tessuto o un bottone fanno cose diversissime con spirito artigianale. La bravura degli artigiani è uno dei valori del made in Italy e dico sempre che in una corsa sui 400 metri poter disporre del made in Italy significa averne 200 di vantaggio. Il prodotto artigianale si vende bene, trasmette il valore delle cose, lo comunica perfettamente, così come la festa che ha chiuso la prima giornata di salone dedicata alla Campania (nella foto piccola uno degli spazi ricreati ad hoc al padiglione 14). Siamo al fianco degli artigiani in questa battaglia per la nomina a patrimonio”.
“Non bisogna dimenticare l’importanza degli artigiani per la filiera tessile – ha aggiunto Frigerio – perchè sono queste aziende che consentono di realizzare il prodotto italiano tanto amato nel mondo. Ed è un patrimonio da difendere, perchè non bisogna dare per scontato che riesca a sopravvivere e a resistere”.