Sono passati pochi mesi dal cambio di proprietà e il necessario piano di rilancio comincia a mietere le sue vittime. Per Blumarine, marchio di punta del distretto della moda carpigiano, è infatti previsto un licenziamento collettivo di 61 dipendenti su 97.
Il piano di rilancio deriva dall’acquisizione del gruppo Blufin, lo scorso novembre, da parte della holding Eccellenze Italiane, creata da Marco Marchi, patron di Liu Jo, che lo ha rilevato dalla fondatrice Anna Molinari e dalla famiglia Tarabini (Marchi e Molinari insieme nella foto).
La prima mossa della nuova proprietà è stata la nomina alla direzione creativa dello stilista Nicola Brognano, ora, dopo la parte creativa, è il momento di far tornare i conti.
“Siamo entrati di fatto alla guida del gruppo Blufin a inizio dicembre, un’azienda che non naviga in acque tranquille da un decennio e ha performance sottodimensionate rispetto alle risorse in organico – ha spiegato Marco Marchi – In questi mesi abbiamo svolto un grande lavoro per valutare con pragmatismo le attività da svolgere per rilanciare il brand. È evidente che non è un parametro sostenibile, per un’azienda industriale del nostro settore, avere circa 100 dipendenti ed esprimere un fatturato di 22-23 milioni. A fronte di una perdita d’esercizio superiore ai 10 milioni di euro. Con senso di responsabilità ora avviamo un percorso con i sindacati per valutare come rimettere in sicurezza l’azienda e dare un futuro al marchio e ai lavoratori che resteranno”.
I sindacati Filctem Cgil e Femca Cisl hanno reagito alla notizia chiedendo formalmente all’azienda un nuovo tavolo di confronto. “Non siamo disponibili ad accettare licenziamenti coatti che depauperano le competenze – ha commentato Roberto Righi, segretario generale della Filctem Cgil Modena – Vogliamo sapere sul piano industriale quali e quanti investimenti è pronta a fare la nuova proprietà, perché un conto è affrontare una situazione difficile con un progetto di rilancio, un conto è risolverla dimezzando i costi del personale”.