Un calo atteso e preventivabile quello nei numeri di Shoes from Italy Almaty, manifestazione organizzata da Assocalzaturifici e Agenzia ICE che ha chiuso il calendario di eventi dedicati alla calzatura Made in Italy nei mercati della CSI. Anche in Kazakistan l’affluenza è calata, anche a causa di una difficile situazione economica condizionata dalla repentina svalutazione della moneta locale (50%) a cavallo di agosto e settembre scorsi. Se da un lato il bacino ex Urss continua a dare problemi nella quantità, dall’altro tiene botta sulla qualità: il salone infatti è servito a consolidare rapporti e chiudere trattative con operatori provenienti da tutta l’Asia Centrale.
Sono stati 44 gli espositori che hanno presentato le loro collezioni a 190 buyer provenienti da Almaty e dalle altre principali province del Kazakistan, oltre che da Uzbekistan, Kirghizistan e Tagikistan. Proprio in virtù del momento di forte sofferenza che vive il mercato, Assocalzaturifici e Agenzia ICE hanno potenziato l’incoming di buyer selezionati dalle principali città: una strategia che l’Associazione porterà avanti anche a supporto delle prossime edizioni, lavorando ad azioni di scouting mirate e allo sviluppo di iniziative promozionali di immagine per il Made in Italy.
“La rassegna di Almaty – spiega Marino Fabiani, vice-coordinatore del Laboratorio Russia e Paesi CSI di Assocalzaturifici – rappresenta un evento di importanza cruciale per il Made in Italy per i mercati centroasiatici . Garantire la presenza dell’Associazione e delle sue aziende in quest’area deve essere una delle nostre prerogative e, nonostante l’attuale momento di difficoltà, dobbiamo guardare al futuro con grande proattività. Ad esempio, sarebbe auspicabile lavorare in un’ottica di sistema con altre realtà del fashion Made in Italy, in particolare del settore tessile-abbigliamento, per rafforzare vicendevolmente la propria presenza e realizzare iniziative e grandi eventi per promuovere l’eccellenza manifatturiera italiana”.
Dopo una serie di performance positive il mercato kazako ha segnato nel 2014 una battuta d’arresto per le esportazioni di calzature Made in Italy. Il trend è confermato anche dal primo semestre 2015, che ha fatto segnare un calo del 22,6% in quantità e del 27,3% in valore. Nonostante la situazione di difficoltà, il Kazakistan rappresenta una nicchia di mercato interessante, dove nel 2014 sono state esportate 522.668 paia di calzature italiane per un valore di 38,74 milioni di euro e con un prezzo medio di 74,12 euro, che rappresenta un valore molto alto rispetto al prezzo medio dell’export italiano e dà la misura di come il Paese sia fortemente interessato alle calzature di qualità.
Assocalzaturifici intende rispondere al momento di grave difficoltà continuando a investire su questi mercati: “Non intendiamo fermarci con le iniziative e gli investimenti per la crescita sui mercati dell’area russa e della CSI – afferma la presidente Annarita Pilotti – anche se il momento di grave difficoltà che l’economia di questa zona sta affrontando è certamente una priorità e continua inevitabilmente a destare molte preoccupazioni. Assocalzaturifici sta puntando molto su piani di marketing strategici studiati ad hoc per questi mercati, che continueremo a monitorare e sui quali investiremo per garantire tutto il supporto necessario alle aziende. Inoltre, non molleremo di un centimetro sul tema delle sanzioni alla Russia: Assocalzaturifici sta esercitando un pressing serrato sul Governo per risolvere al più presto la questione, superare la fase di incertezza in cui vivono i buyer e ridare così fiato a tante aziende che sono a rischio chiusura”.