Presenza di nicchia e qualità, ridotta rispetto al passato ma pur sempre la più ampia tra le nazioni europee: la pattuglia italiana a Chic ha portato, con il supporto di Seint, borse, accessori, scarpe e calze a presidiare il mercato cinese e l’ha fatto con brand importanti, alcuni ormai fedelissimi della fiera e altri al debutto.
Molte marche italiane hanno in Cina i distributori e quindi preferiscono la partecipazione alla più importante edizione di marzo, dove c’è anche il contributo di Ice e il coordinamento di Ente Moda Italia.
E la fiera, nel suo complesso, non sembra aver risentito delle tensioni sui mercati internazionali, un tema trattato anche nella conferenza stampa degli organizzatori: “Questo è il 40’ anno dall’introduzione delle politiche di cambiamento e trasformazione – spiega Chen Dapeng, vice presidente esecutivo dell’Associazione Nazionale Cinese dei produttori di abbigliamento e presidente di Chic – e sicuramente la situazione è diversa. I costi della manodopera sono aumentati e la tecnologia sta cambiando l’industria; la Cina sta passando dalla quantità alla qualità, ma è stato forte anche l’impatto delle politiche ambientali, che al momento appaiono penalizzanti ma che sono necessarie per la sostenibilità e la concorrenza sul mercato dei consumatori più consapevoli. I nostri clienti sono i giovani e il mercato si sta dividendo in due gruppi generazionali; ad esempio chi compra abiti per bambini adesso sono genitori nati negli anni ’80 e 90’, con una mentalità diversa rispetto ai precedenti e una predisposizione naturale al digitale”.