Assomoda crede nell’unità della filiera italiana della moda e lo ha fortemente affermato in occasione del primo convegno Futurelesson – Giovani per Antiche Professioni, durante il quale Giulio Di Sabato, presidente dell’associazione degli agenti distributori, ha chiamato a raccolta l’intera fashion chain, dalla fase stilistica alla produzione, dalla distribuzione intermedia a quella finale.
Presente al convegno il presidente della Camera Nazionale della Moda Italiana, Carlo Capasa, che, alla vigilia del Summit sulla Sostenibilità Mondiale di Copenhagen, ha ricordato l’importanza di fare sistema anche per aumentare il prestigio della filiera all’estero.
Anche Claudio Marenzi, presidente di Sistema Moda Italia, ha sottolineato l’importanza economica del settore moda che in Italia vale 90 miliardi e rappresenta il 5% del Pil, al secondo posto tra i settori manifattureiri italiani dopo la meccanica. “Rappresentiamo una realtà unica al mondo ed è importante salvaguardarla. Carlo Calenda se n’è accorto ragionando in modo innovativo per un politico così come Ivan Scalfarotto, entrambi rappresentanti preparatissimi”.
Ottimismo nelle parole di Beppe Angiolini, presidente onorario Camera dei Buyer: “C’è una leggera ripresa – ha affermato – sebbene l’Italia soffra ancora. Il consumatore nostrano guarda molto al rapporto qualità-prezzo prima dell’acquisto, ma siamo fiduciosi pensando soprattutto alle opportunità dell’online e ai turisti stranieri”.
