In occasione dell’ottavo anniversario del rogo al Teresa Moda è stato stilato il nuovo protocollo operativo sul lavoro non sfruttato a Prato che va a sostituire i precedenti quattro.
Istituzioni, procura e sindacati insieme hanno voluto rafforzare la lotta allo sfruttamento sui luoghi di lavoro e aiutare le vittime di tale sfruttamento: Comune e Procura di Prato, Asl, sindacati confederali e di categoria di Cgil, Cisl e Uil e il Centro interuniversitario L’altro diritto hanno messo nero su bianco questo impegno nel ricordo del più grave incidente sul lavoro nella storia del sistretto pratese.
La morte dei sette operai cinesi segnò un punto di partenza nella lotta all’illegalità economica a conduzione orientale ma la battaglia è ancora più che mai accesa, come ha confermato il sindaco di Prato Matteo Biffoni, anche sul fronte della sicurezza nei luoghi di lavoro.
E come in ogni battaglia il numero dei “soldati” (leggasi ispettori del lavoro) a disposizione traccia il confine tra la vittoria e la sconfitta, e su questo non ci sono garanzie di rafforzamento da parte del Governo.
“Se non puoi sconfiggere il tuo nemico, fattelo amico” consigliava in tempi ormai lontani Giulio Cesare ed in questo caso il nemico, sia pure figurato e non in senso letterale ma di parte da coinvolgere nella lotta, è la comunità cinese, assente stamani al tavolo della firma.
Il procuratore Giuseppe Nicolosi ha voluto sottolineare l’importanza di coinvolgere l’imprenditoria cinese e la mancanza di collaborazione da parte del consolato: “Siamo abituati a fare da soli – ha detto in tono critico – ed oggi manca un convitato di pietra, l’imprenditoria cinese. Senza il loro coinvolgimento potremo far emergere il fenomeno solo dal basso”.
Negli ultimi anni, grazie ai protocolli siglati, sono emersi casi crescenti di sfruttamento: 6 nel 2017, 13 nel 2018, 15 nel 2019, 25 nel 2020. Per 27 c’è stata l’archiviazione, per 12 è stata esercitata l’azione penale e per i restanti 20 sono in corso le indagini.
Contrasto allo sfruttamento e sicurezza devono andare di pari passo per la Regione Toscana e l’Asl: “L’illegalità è un tavolo a tre gambe – ha detto Renzo Berti, responsabile del dipartimento di prevenzione dell’Asl – ovvero sicurezza sul lavoro, evasione fiscale e sfruttamento. Dobbiamo agire in modo integrato sui tre fronti senza però puntare solo sulla repressione, che da risultati rapidi ma effimeri. Ci vuole più prevenzione”.
Foto dal profilo Twitter di Femca – Cisl