Sarà un salone tutto nuovo quello che accoglierà espositori e visitatori nel prossimo luglio al Parc des Expositions: Première Vision ha deciso di avviarsi su quattro percorsi innovativi dopo un’analisi che ha coinvolto organizzatori, aziende e buyers.
Sostenibilità, planimetria dei padiglioni, informazioni sulle tendenze e servizi le quattro direttrici lungo le quali si muoverà l’organizzazione parigina per dare nuovo smalto alla fiera nel post Covid: i due anni di stop forzato hanno imposto a tutto il sistema fieristico una serie di riflessioni in ottica futura. Quella di PV è una scelta che troverà effetti nel medio termine ma già un prima applicazione a luglio, con un test pilota.
A raccontare questa svolta è Igor Bonnet, responsabile generale del salone, una delle figure entrate in PV negli ultimi anni per portare visioni e prospettive nuove.
“Abbiano deciso di intervenire su quattro assi – dice con un battuta riferita allo studio fatto con tutti i soggetti coinvolti – dopo aver fatto i compiti a casa”.

Andiamo per ordine e partiamo dal primo, la sostenibilità.
E’ un tema che riguarda sempre più le aziende. Dopo il digitale è il tema sul quale si investe di più, in soldi e risorse umane. Noi vogliamo dare risalto a chi lavora in modo davvero sostenibile, in più aspetti della filiera. Forniremo un questionario alle aziende per capire chi eccelle e in quale settore del processo produttivo. Non è un modo per fare classifiche o giudicare ma solo per dare risalto, con una sorta di bollino verde da esporre fuori dallo stand, a chi lo merita. Ed anche un modo per stimolare chi deve ancora fare qualche passo in quella direzione e per aiutare i clienti nella scelta dei fornitori. Ce lo chiede il mercato e ce lo impongono anche le nuove regole europee. Per la valutazione seguiremo 5-6 criteri di sostenibilità: sociale, produzione e impatto ambientale, tracciabilità, composizione del prodotto, ciclo fino a fine vita.
La planimetria.
Riaprirà il padiglione 3, perché ci stiamo ingrandendo, i numeri stanno tornando quelli del pre pandemia e riporteremo la parte Leather nella sede storica. Al 4 resteranno gli accessori, al 5 una parte dei tessuti e il design, al 6 gli altri tessuti, il Manufacturing ed i filati. Ma all’interno di ogni padiglione arriveranno altre novità, a iniziare dai focus sui rispettivi prodotti. In più i tessuti del 5 saranno quelli delle aziende europee, quelli del 6 del resto del mondo, turchi compresi; nel 5 le aziende saranno raggruppate per tipologia di prodotto, nel 6 per nazione. Vuol essere un modo per valorizzare il know-how ed il modo di lavorare di ogni singola zona del mondo.
La nuova distribuzione delle aziende si rifletterà anche sul modo di presentare prodotti e tendenze?
Sì. Nel padiglione 5 ci sarà uno spazio con le proposte di tessuto più belle, valutate dalla nostra commissione, mentre nel 6 ci sarà un focus con più soluzioni, circa 1.500 prodotti organizzati per tema. E poi avremo più parte didattica, più conferenze e dibattiti, oltre allo spazio per le Smart Creations.
Infine i servizi, che sono una delle differenze più marcate tra una fiera e l’altra.
La lista di interventi è lunga e va da aiuti alla visita in fiera alle visite guidate ai forum che saranno anche in lingua cinese, coreana e giapponese passando per i fashion desk, i club per i top buyers situati nel cuore dei padiglioni e non ai margini e per una operazione di incoming sempre per i top buyers di concerto con l’Ufficio del Turismo di Parigi che non riguarderà solo la fiera ma anche l’intera città.