Anche l’annuale assemblea dei costruttori italiani di macchine tessili ha confermato l’andamento in discesa dei dati del settore, fortemente condizionati dalla pandemia.
Proprio il post Covid-19 è stato il filo conduttore dell’assemblea di Acimit: “Nei prossimi anni si accentuerà il clima di incertezza che stiamo vivendo – ha esordito il presidente Alessandro Zucchi – perché alle emergenze sanitarie si aggiungeranno ulteriori tensioni geopolitiche che già adesso influenzano pesantemente le condizioni di business.
Il 2019 si è chiuso con la produzione italiana di macchine tessili in calo dell’11% rispetto al 2018, mentre il calo delle esportazioni è stato del 12%, con l’indebolimento della domanda sia sui principali mercati asiatici, europei e americani (Usa e Sud America).
La pandemia ha fatto il resto, con l’indice degli ordinativi nei primi sei mesi dell’anno calato del 39% rispetto al periodo gennaio-giugno 2019, con indicazioni simili anche per gli altri sei mesi. Solamente nel 2021 si prevede un recupero verso livelli esportativi del periodo precedente al Covid-19.
Tutto questo ha dimostrato l’urgenza di accelerare la trasformazione digitale delle imprese e Acimit affianca le aziende associate con un progetto di una certificazione digitale.
Nella parte pubblica l’assemblea ha affrontato le prospettive future nel mondo post Covid-19 con Alan Friedman nel ruolo di moderatore della tavola rotonda “Il mondo post Covid-19: la certezza dell’incertezza”.
Tra i punti interrogativi le prossime elezioni presidenziali negli Stati Uniti, la deglobalizzazione e, secondo Alberto Paccanelli, presidente di Euratex, le difficoltà in cui versano molte piccole e medie imprese della filiera, soprattutto nel settore abbigliamento.