Visitatori, colori, iniziative, ricerca, innovazione e aziende “in mostra”: il primo giorno di Denim Première Vision al Superstudio Più di Milano è probabilmente andato al di là delle previsioni più ottimistiche degli organizzatori che, in attesa di svoltare l’angolo del 2024 e puntare su PV Paris, si godono l’ottima performance dell’evento “in blu”.
Ed anche un sole sicuramente inaspettatamente luminoso, a queste latitudini e in questi periodi, ha contribuito ad esaltare la primavera/estate 2026 protagonista delle collezioni degli oltre 70 espositori, raccolte in spazi ormai abituali per il salone: Milano infatti si conferma la città della moda con più feeling con il mondo del denim ed il salone, da itinerante che era, sembra destinato a diventare “stanziale”, in un momento in cui le poche certezze esistenti nel sistema moda vanno tutelate e difese.
Quindi Milano anche nel prossimo futuro, pur rimanendo la fiera aperta ad altre possibili destinazioni, magari con mercati meno turbolenti rispetto agli attuali. A giudicare dal primo giorno di salone la scelta è corretta: numeri in linea con le ultime edizioni, maggiore attenzione da parte di produttori esteri (soprattutto giapponesi) ma con gli italiani in maggioranza, da buoni padroni di casa.
Anche il format è rodato: un percorso lineare di padiglione in padiglione, due spazi separati per i talk (esperti e approfondimenti da una parte, tendenze e mercati dall’altra), visitatori ricevuti con attenzione, anche gastronomicamente parlando, e tanta vivacità nei corridoi e all’interno degli stand.
Ben visibile, come spirito patriottico e organizzazione capillare insegnano, la presenza turca, con tanto di rappresentanza istituzionale di Ithib, l’associazione degli esportatori tessili di Istanbul, quasi a rinsaldare un legame con Première Vision che appena venti mesi fa sembrava in crisi.
Domani la prova del nove del salone ed i primi bilanci di organizzatori ed espositori, ma se il buongiorno si vede dal mattino…