Piemonte: battuta d’arresto per il tessuto artigiano

Le imprese artigiane piemontesi segnano il passo nel 2024: dall’analisi dei dati del Registro imprese delle Camere di commercio piemontesi, emerge come nell’anno appena concluso il tessuto artigiano abbia registrato una contrazione in termini di nati-mortalità. Le imprese artigiane nate sul territorio piemontese nel corso del 2024 sono state 7.575, 388 in meno rispetto al 2023. Nello stesso periodo sono 8.153 le realtà che hanno cessato la propria attività171 in più rispetto all’anno precedente.

La sintesi tra il tasso di natalità, pari al 6,6% e quello di mortalità, pari al 7,1% si traduce così in un tasso di crescita negativo, pari a -0,5%. La dinamica registrata dal tessuto artigiano locale appare peggiore sia rispetto a quella messa a segno dal sistema imprenditoriale piemontese nel suo complesso (-0,1%), sia rispetto a quella registrata dall’artigianato a livello nazionale (-0,1%).

“Diversi fattori possono aver contribuito a questa contrazione -dichiara Gian Paolo Coscia, Presidente Unioncamere Piemonte – tra cui la difficoltà di accesso al credito per le piccole imprese, la burocrazia complessa e la carenza di competenze specializzate. Nonostante le difficoltà, l’artigianato rimane un settore cruciale per l’economia piemontese, concorrendo all’occupazione e all’innovazione. Per questo motivo occorre, come sistema Piemonte, sostenere il settore con politiche mirate e lungimiranti” .

A livello territoriale, la distribuzione delle imprese artigiane è analoga a quella del tessuto imprenditoriale nel suo complesso. Poco più di un’impresa artigiana su due ha sede, infatti, nel capoluogo regionale, seguono Cuneo (15,0%), Alessandria (8,8%) e Novara (7,6%). Quanto al peso esercitato dall’artigianato sul totale del tessuto imprenditoriale provinciale, le realtà del Verbano C.O. (32,2%), Novara (29,8%), Vercelli (28,6%) e Biella (28,0%) registrano un’incidenza delle imprese artigiane sul totale superiore alla media regionale (27,1%).

 

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