Pitti, la folla che non ti aspetti

Il primo giorno di Pitti Filati non è stato ingannevole. E' questo il responso dopo appena metà della seconda giornata di apertura del salone dei filati per maglieria che, dopo l'ottimo afflusso di visitatori di ieri, ha fatto il bis, cancellando di colpo le ombre su un possibile sensibile calo paventate alla vigilia. Corridoi animati sicuramente più dell'edizione estiva del 2011, stand affollati con tanti contatti avviati, nella speranza che si arrivi ad aggiungere una “erre” e fare dei contratti.
L'impressione è che la pattuglia degli stranieri sia anche in questo caso, così come per Pitti Uomo e Pitti Bimbo, la più nutrita e quella in grado di sostenere il conteggio dei buyer, ma anche gli italiani hanno risposto presente. Tra questi anche imprenditori che non hanno lo stand alla Fortezza da Basso ma che sono parte integrante dei distretti produttivi e del settore dei filatori in particolare.
E' il caso ad esempio di Giacinto Gelli (foto in basso), della Fil3, azienda più dedita ai filati per tessitura ma da un paio di anni con una collezione anche per la maglieria: “A questa edizione di Pitti c'è un buon movimento – dice Gelli – con un forte ritorno degli orientali e di coloro che erano andati a cercare prodotti in Cina ed ora stanno tornando, sia perchè anche laggiù c'è stato un piccolo ritocco in alto dei prezzi ma anche e soprattutto perchè una certa qualità e un determinato servizio lo possono trovare solo qui. In Cina si può trovare solo il basico, ma per la fantasia è d'obbligo restare in Italia”.
E sul 2012 che non per tutti è iniziato male Gelli conferma, sia pure in parte: “Noi siamo sullo stesso livello di dodici mesi fa ma forse, vista la nostra tipologia di prodotto, ci aspettavamo un po' di più”.
Movimento continuo anche al grande stand della Iafil, dove le colorate borse in plastica fanno la fortuna di collezionisti di gadget e di visitatori sprovvisti di borse e zaini. A illustrare collezioni e andamento della fiera è Barbara Rancan: “Per la Iafil questa non è la stagione di punta – spiega – perchè l'azienda è specialista nel cotone. Per l'inverno abbiamo una collezione basata sull'alpaca e su un misto cotone-cashmere. A giudicare dall'andamento del primo giorno e da metà del secondo siamo sicuramente in crescita rispetto all'anno scorso. Sicuramente più visitatori in quantità, sulla qulità è ancora presto per dirlo”.
La Iafil è un'azienda con una prevalenza di clienti italiani ma con gli Usa come secondo buon mercato e Pitti è la fiera che permette di incontrare i clienti europei e statunitensi: “Abbiamo cercato di limitare il budget – ammette Rancan – ma Pitti è intoccabile. Partecipiamo anche a Filo ma non andiamo più, per motivi logistici, a Expofil a Première Vision”.

5-7-2012

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