L’ufficio è a Bogotà, come ovviamente l’ambasciata, ma quando c’è Colombiatex è come se la sede di Agenzia Ice Colombia avesse un ufficio decentrato. Nel cuore dell’area italiana del padiglione giallo ci sono il direttore Riccardo Zucconi e Silvia Quintarelli, l'”esperta” in cifre e numeri.
Direttore, nel 2018 Colombia e Italia hanno avuto un particolare in comune, un nuovo governo dopo le elezioni; come avete vissuto il cambiamento?
Come confermato dagli organizzatori della fiera nella cerimonia inaugurale anche il nuovo governo colombiano ha dichiarato pieno appoggio al tessile, che è uno dei settori storici dell’industria di questo paese e che è cresciuto dell’8,5% nella produzione, cosa che ha avuto una ricaduta positiva anche su chi vende ricambi e macchinari, ovvero le aziende italiane che sono a Colombiatex.
Ma il 2018 non è stato positivo per il meccanotessile italiano in Colombia.
Chi aveva già affari qua conferma l’anno negativo, dovuto soprattutto ad un eccesso di produzione nel 2017, basato sulle richieste degli anni precedenti. Così nel primo trimestre chi aveva troppi prodotti a stock in magazzino ha aspettato di venderli, prima di ricominciare a produrne di nuovi a fine anno. Ora la situazione sembra migliore e il 2019 è in una crescita che poi porterà a un assestamento.
Anche quest’anno, sia pure con qualche contributo pubblico in meno, siete riusciti a organizzare con Acimit uno spazio italiano funzionale e apprezzato.
Le aziende presenti, con 2-3 nuove al posto di altre che invece non sono tornate, sono la conferma che la fiera è interessante e proficua. Per il 2020 vorremmo anche fare un padiglione italiano di tessuti, portando a Medellin produttori di fascia alta, che qui mancano, denim compreso.