L’anno scolastico si è aperto ormai da oltre due mesi e per l’istituto Tullio Buzzi di Prato non è stato un inizio indolore: tra perdite d’acqua dal tetto e termosifoni balbettanti la storica scuola pratese è al centro di proteste e polemiche.
“Il Buzzi è una scuola d’eccellenza in un ‘contenitore’ in cattive condizioni: occorre l’impegno di tutti per ripristinare condizioni adeguate” scrive in una nota Confindustria Toscana Nord, che nel Buzzi ha il primo riferimento per la formazione di tecnici, chimici e tessitori specializzati di domani.
“Fa male – dicono gli industriali pratesi – sentire il grido di dolore degli studenti del Buzzi che protestano per rivendicare il sacrosanto diritto di frequentare una scuola in condizioni decenti. Nessuna scuola dovrebbe combattere con le perdite dal tetto, i riscaldamenti malfunzionanti, l’acqua che esce marrone dai rubinetti. Si tratta di un degrado che va avanti e degenera da anni. Bisogna che ci sia una presa di coscienza e un reale impegno da parte di tutti i soggetti in gioco”
L’appello di CTN si rivolge agli enti locali che dell’immobile sono proprietari e responsabili della manutenzione ma anche alle autorità scolastiche dalle quali ci si aspetta la massima vigilanza e attenzione sul tema, ma soprattutto la messa in campo di tutto ciò che è loro possibile dal punto di vista giuridico-amministrativo.
Confindustria Toscana Nord esprime in questo modo la vicinanza agli studenti, per il diritto di frequentare una scuola funzionante e strutturalmente decorosa. “Il Buzzi – si chiude la nota – per il distretto pratese è strategica, è una fucina di competenze essenziali per le imprese. Chi studia in una scuola d’eccellenza come il Buzzi ha la fortuna di ricevere buoni e validi insegnamenti; occorre che gli ambienti – aule, laboratori, locali di servizio – siano all’altezza della buona fama dell’istituto”.
Dopo una visita alla scuola sono intervenuti anche l’onorevole Erica Mazzetti e Lorenzo Santi, consigliere in Provincia per Forza Italia: “Il Buzzi – hanno detto – non può sempre fare da solo, con le sue risorse. Dagli anni ’90, la competenza sulle scuole superiori delle Province. Nel caso del Buzzi c’è una anomalia mai risolta: la proprietà è rimasta del Comune, la gestione è passata alla Provincia, ma non è mai stato dato seguito. Senza una competenza piena non si può intervenire sulla struttura. Provincia e Comune di Prato devono mettersi d’accordo e stabilire la proprietà e di conseguenza la gestione, ordinaria e straordinaria. A Firenze l’istituto Da Vinci è passato al Comune di Firenze, in deroga alla legge. L’attuale amministrazione dovrà decidere velocemente, altrimenti non sarà possibile mai pianificare una vera rigenerazione dell’immobile”.