E’ una Londra che alterna sole e foschia quella che ha accolto gli espositori della London Textile Fair, con il temuto freddo rimasto quindi lontano dal Business Design Centre di Islington, dove già dalla prime ore di apertura della fiera sono arrivati visitatori da ogni angolo del Regno Unito.
Gli spazi del centro espositivo sono davvero pieni: hall principale, terrazze, stanze al primo piano e area all’ingresso sono colorate con stand di tessuti, accessori, e stampe in un festival di lingue e materiali. Tanti gli italiani, ma molti anche i turchi, che anche a questa fiera mostrano il sostegno ricevuto dalla stato per partecipare alle fiere: borse ‘firmate’ Ithib (la Istanbul Textile and Raw Materials Exporters’ Association) distribuite con manica larga e catering garantito a tutti gli espositori della mezzaluna i valori aggiunti.
Gli italiani si affidano a qualità, fantasia e sostenibilità per difendere un mercato, quello britannico in generale e londinese nello specifico, che rimane importante.
“Siamo presenti anche nello spazio sostenibilità – dice Claudio Calabresi di Nova Fides – perchè gli organizzatori ci hanno chiesto di mostrare qualche tessuto sostenibile e soprattutto perchè ormai il mercato lo richiede, non solo quello inglese ma in tutto il mondo. Questo britannico per noi rimane un mercato importante ma percepiamo un po’ di insicurezza dovuta a questa Brexit che ancora non ha manifestato i suoi effetti. Mi sembrano tutti più prudenti”.
Con Londra riparte il lungo calendario dei saloni tessili: “Da qualche stagione – conclude Calabresi – siamo di corsa sia per l’alto numero di fiere che per le richieste sempre più pressanti dei clienti. Il 2018 per noi è stato comunque un buon anno, nonostante l’aumento dei costi delle materie prime”.
Tante fiere ma ancora cariche di importanza per Gianluca Bartolini del Lanificio F.lli Bacci: “Della Brexit anche non risentiamo – dice – e per noi questo è uno dei mercati principali per volumi e fatturato, quindi lo seguiamo con attenzione. Abbiamo una fascia di prodotto medio-alta e quindi buoni clienti, che qui vediamo sempre. E’ vero che le fiere adesso sono tante ma sta cambiando anche il modo di lavorare, il cliente ha più uscite sul mercato e quindi più contatti diretti ci sono e meglio è. Diciamo che stiamo andando verso collezioni uniche in evoluzione mese dopo mese”.