Italia, Europa e Asia: Paesi e continenti che si lanciano la sfida sul mercato a colpi di novita’, innovazione tecnologica, soluzioni stilistiche inattese e versatilita’ del prodotto. Première Vision ‘ospita’ questa sfida dando una vetrina importante alle aziende che, ovviamente, approfittano della ribalta per presentare il meglio delle collezioni.
Un primo tour ci ha portati in Italia, Portogallo e Giappone, sia pure con confini non troppo segnati e rigorosi, vista la collaborazione tra brand e aziende soprattutto nel nome trasversale della sostenibilita’. Eurojersey si è presentata a Parigi con lo slogan “Free the form”, una sorta di inno alla liberta’ di interpretazione ed utilizzo del tessuto Sensitive per l’Autunno-Inverno 2019/20: si passa cosi’ attraverso tutto il lifestyle contemporaneo tra tessuti tecnici, outfit casual sportivi e look più formali. Ancora una volta il grande stand dell’azienda è caratterizzato da manichini e appendini con capi iconici che mostrano i vari utilizzi dei materiali (nella foto grande un esempio).Risaltano la tecnologia di stampa digitale, le tinture in capo e una sorta di tinto filo che non fa perdere resa al colore.
Spostandosi da Tintex, appena in tempo per precedere una visita ufficiale dei rappresentanti del Ministero dell’Industria portoghese, si nota subito il grande investimento sulla fiera: l’azienda lusitana festeggia i primi venti anni con uno stand luminoso diventato la principale vetrina europea dopo la rinuncia a Milano Unica gia’ dalla scorsa edizione di luglio. La proposta principale è il finissaggio Naturally Clean che garantisce una sostenibilita’ assoluta e materiali con certificazioni Oeko-Tex e presto anche Blusign. Ed in una fiera dove lo ‘smart’ è dietro ogni angolo (almeno come slogan) le collaborazioni sono importanti e, oltre all’Ecotec di Marchi & Fildi, SeaCell e Refibra di Tencel, Tintex usa due brand di Asahi Kasei, terza tappa del tour giornaliero nei corridoi di Première Vision.
Oltre a Roica i giapponesi, conosciuti per Cupro, (ri)lanciano anche in Europa Bemberg, un brand con una storia controversa alle spalle ma che ora si è riposizionata sul mercato uniformandosi nel nome in tutto il mondo e “The one” è proprio il claim scelto per far capire che da ora in poi tutto va sotto un unico brand. E il passato viene cancellato a suon di certificazioni, come quella sulla totale compostabilita’ al suolo senza alcun tipo di tossicita’. Una campagna essenziale con soli due capi nello stand per testimoniare come col passare degli anni (1991-2018) la qualita’ non sia venuta meno: “Vogliamo dare ulteriore valore a tutto l’abbigliamento – spiega Koji Hamada – e col nome unico saremo ancora piu’ forti e riconoscibili”.
Ritorno in Italia col Lanificio Europa e con Stefano Guarducci (nella foto piccola) reduce da un tour de force iniziato a fine giugno: “La fiera mi sembra stia procedendo un po’ a ondate – dice a meta’ della seconda giornata – ma è vero che ormai siamo in giro da tanto e abbiamo visto tutti i clienti. A Monaco per esempio tra precollezioni e Munich Fabric Start abbiamo coperto tutto il mercato tedesco. Qui a Parigi, dove comunque è obbligatorio essere, incontriamo francesi, spagnoli, qualche cinese, americani della costa est e magari qualche italiano. Ora che siamo alla fine del primo step di rilancio dell’azienda per noi è importante portare avanti il business plan”. Un piano che è fatto anche di sostenibilita’, che tanto piace al nord Europa, e di prodotti innovativi, capi finiti compresi. Cosi’ nello stand non manca l’ormai celebre denim col cachemere ma anche tutti gli articoli frutto di collaborazioni e certificazioni eco: Detox, membership con Better Cotton Initiative, Newlife sono solo alcuni dei brand associati al Lanificio Europa.