Indicazioni negative sullo stato di salute dell’industria arrivano anche dall’Indagine Congiunturale di Univa sul primo trimestre 2020.
L’Ufficio Studi dell’Unione degli Industriali della Provincia di Varese ha rilevato un calo di tutti i principali indicatori, logica conseguenza del coronavirus. La produzione è scesa per il 77,4% delle imprese intervistate, mentre per il 13,2% è rimasta stabile e per il 9,4% è addirittura aumentata. Anche il grado di utilizzo degli impianti è sceso al 70,3% (76,4% a dicembre, 82.6% nel primo trimestre del 2019).
Anche le previsioni sulla produzione fino a fine giugno sono negative, ma “solo” per il 57%. Freccia verso il basso pure per gli ordini, con un calo più marcato sul mercato interno, soprattutto nelle filiere di beni e servizi per il consumo finale: il 58,4% delle imprese ha segnalato una riduzione, il 20,4% una situazione di stabilità con il trimestre precedente, mentre il 21,2% un aumento. Anche gli ordinativi esteri mostrano un andamento negativo, ma meno marcato.
Gli effetti sul mercato del lavoro della crisi innescata dal coronavirus non sono ancora visibili visto che esiste un certo ritardo nell’iter di autorizzazione delle ore di cassa integrazione.
Nello specifico del settore moda pesa il crollo della domanda registrato nella fase di lockdown che ha bloccato sia i lavori per le collezioni in uscita, sia il consumo finale di abbigliamento già a magazzino. Il 90,1% delle imprese analizzate ha, infatti, registrato un peggioramento negli ordinativi complessivi nel primo trimestre dell’anno rispetto al precedente, con un calo maggiore sul mercato interno. Questo andamento si è riflesso sia sulla produzione del primo trimestre dell’anno che sulle previsioni per il successivo, entrambe fortemente negative.