Fibre tessili e rifiuti, il ministro Costa “convocato” a Prato

Fibre tessili e rifiuti, il ministro Costa “convocato” a Prato

Le imprese tessili pratesi hanno scritto al Ministro dell’Ambiente Sergio Costa per invitarlo a vedere con i suoi occhi la situazione del riutilizzo delle fibre tessili.

Una richiesta di incontro è partita a firma congiunta di Confindustria Toscana Nord, Confartigianato Imprese Prato, CNA Toscana Centro e associazione Astri: viene ricordato al ministro la rilevanza del distretto pratese che, si evidenzia, se fosse una nazione sarebbe la settima in Europa per peso nel settore tessile. Ma soprattutto si sottolinea come la tradizionale propensione del distretto al riutilizzo delle fibre sia ostacolata da normative troppo vincolanti e restrittive sia per il pre-consumo (residui di pettinatura, filatura, tessitura, rifinizione e confezione, vale a dire cascami, testate, fila, frasami, ritagli) sia per il post-consumo (gli abiti usati). Si tratta di provvedimenti che nascono da indirizzi europei ma che hanno nelle legislazioni nazionali i loro principali riferimenti.

Mentre i tavoli aperti con la Regione Toscana seguono il loro corso per le materie di pertinenza regionale le associazioni hanno deciso di puntare su Roma.

“L’economia circolare – commenta Fabia Romagnoli, delegata di Confindustria Toscana Nord per la sostenibilità – non è solo un’alta e nobile aspirazione, che peraltro condividiamo, ma è anche e soprattutto operatività quotidiana delle imprese. Un’operatività che le normative dovrebbero regolare e incoraggiare: attualmente però non è così . Per arrivare a far sì che un residuo di lavorazione sia gestibile come sottoprodotto anziché finire fra i rifiuti le imprese devono espletare adempimenti complessi e onerosi soprattutto per quelle più piccole. Sul versante del post-consumo, invece, il tessile necessita di una più snella ed efficiente regolazione delle normative ‘end of waste’. Ci auguriamo che il Ministro accolga il nostro invito. Sarebbe un bel segnale di attenzione per il distretto”.

“Le complicazioni che si stanno verificando- dice Moreno Vignolini, presidente dei Tessili Confartigianato – sono il frutto del distacco tra mondo politico e realtà produttiva. Di fronte a un sistema produttivo pratese, storicamente attivo e capace di dare risposte in termini di economia circolare, ci si continua a scontrare con una politica che non ha capito che Prato è la soluzione o, peggio, con un apparato tecnico-burocratico che per presunzione, per paura di avallare decisioni o per poca conoscenza delle potenzialità del distretto, continua a non incentivare un sistema virtuoso. Caro ministro, la invitiamo da noi coi suoi tecnici non per fare sterili polemiche ma per rendersi conto di persona della qualità del nostro lavoro”.

“Saremmo ben lieti di accogliere il Ministro Costa a Prato- sottolinea il presidente di Federmoda CNA Toscana Centro Francesco Viti – per toccare con mano questo pesantissimo problema che penalizza soprattutto le piccole e medie imprese del comparto tessile, e ben vengano provvedimenti in grado di dare risposte concrete al settore. Detto questo però, prendiamo atto che è stato appena dato il via libera al decreto end of waste per il riciclo dei PAP che permetterà di far sviluppare una tecnologia industriale italiana creando nuovi posti di lavoro, e nell’agenda ministeriale i prossimi decreti end of waste saranno firmati per il recupero degli pneumatici, carta e cartone, plastiche miste e rifiuti da costruzione e demolizione. Lecita quindi una domanda: in tutto questo nutrito pacchetto di interventi orientati all’economia circolare e alla tutela ambientale, che fine hanno fatto le azioni rivolte allo smaltimento e il recupero dei rifiuti tessili, preoccupazione primaria per tutto il nostro distretto?”.

“Da due anni- commenta Fabrizio Tesi, presidente di ASTRI, l’associazione per il tessile riciclato italiano – stiamo aspettando un normativa sull’end of waste che finalmente definisca chiaramente quando un abito usato cessa di essere considerato rifiuto e può essere trattato come una risorsa. E’ un problema complesso, ma la soluzione può essere semplice: basta mettersi a un tavolo e definire questa cosa una volta per tutte. Non possiamo più attendere, le imprese sono stanche di questa incertezza”.

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