Arrivano notizie confortanti per Prato dalle elaborazioni dell’Ufficio Studi CGIA su dati Istat sul declino demografico nel mondo del lavoro: la città toscana è infatti penultima in Italia per calo della popolazione in età lavorativa.
Mentre l’Italia si prepara a perdere quasi 3 milioni di persone in età lavorativa entro il 2035, con una contrazione del 7,8% rispetto al 2025, Prato è una delle province meno colpite dal calo demografico, con una riduzione dell’1,1%.

“Essere in fondo alla classifica è motivo di attenzione, non di autocompiacimento – avverte Luca Giusti, presidente di Confartigianato Imprese Prato – perché in un Paese che invecchia e fatica a trattenere e attrarre giovani, nessun territorio può considerarsi al sicuro. È proprio adesso che dobbiamo accelerare su politiche lungimiranti”.
È in questa direzione che si inserisce il manifesto che lo scorso 15 aprile, in occasione dei 75 anni dell’associazione, Futura, l’artigiana-simbolo del futuro, ha consegnato alla giunta con le politiche da seguire per il territorio del 2050.
“Il dato demografico è uno specchio della sostenibilità di un sistema – prosegue Giusti – e sostenibilità, per noi, significa prima di tutto creare le condizioni affinché le persone possano vivere e lavorare qui: politiche per la famiglia, sostegno all’autoimprenditorialità per mantenere alta l’offerta di lavoro sul territorio, e strumenti efficaci di conciliazione tra vita e lavoro che aiutino imprenditori, imprenditrici e collaboratori, a tenere insieme la dimensione professionale e quella umana. Solo così Prato potrà continuare a essere attrattiva, vitale e generativa”.
Nei prossimi dieci anni tutte le province italiane registreranno un segno negativo. La perdita più alta in valore assoluto sarà a Napoli (-236.677 persone), mentre Prato (-1,1%, 1902 unità come valore assoluto), insieme a Parma (-0,6%) e Bologna (-1,4%), si conferma tra i territori più dinamici.