Il tessile riapre, ma non ovunque. Biella fa ripartire le aziende del Tessile/Abbigliamento/Moda, da oggi secondo quanto comunicato dall’Unione degli Industriali biellese in accordo con la Prefettura.
La decisione è stata presa in quanto le aziende di questo settore sono considerate ‘di rilevanza strategica per l’economia italiana’ e ovviamente la riapertura è soggetta a regole precise: solo fino al 35% del dei dipendenti, previa redazione e implementazione di un Protocollo anti-contagio, come concordato con le associazioni sindacali.
Com’è possibile che la riapertura sia possibile in una delle regioni a più alta diffusione del virus? E come mai la stessa attività non è considerata ‘di rilevanza strategica per l’economia italiana’? Inutile dire che il malumore a Prato è forte, mentre si ipotizzano motivazioni. Il presidente della sezione Moda di Confindustria Toscana Nord, Andrea Cavicchi, sottolinea la sfortunata quanto irragionevole sostituzione del Prefetto di Prato in un momento così delicato, ma non esclude neanche che la ‘valanga’ di proteste fatte arrivare via PEC al prefetto da molti imprenditori pratesi con la ‘pretesa’ di riaprire non abbia fatto avviare nel modo migliore il rapporto di collaborazione tra Prefetto e imprese.
Anche il sindacato sta lavorando per ricucire rapidamente i rapporti: oggi le parti sociali, i rappresentanti dell’imprenditoria e la parte pubblica dovrebbero incontrarsi e l’obiettivo è di arrivare dal Prefetto con un documento condiviso. “Almeno per quanto riguarda premesse e intenzioni – specifica Massimiliano Brezzo della Filctem Cgil – il protocollo vero e proprio, con tutte le prescrizioni e le regole da rispettare sarà stilato insieme”.
Non confortano neppure le parole del Governatore della Toscana Enrico Rossi, che pare abbia accettato, seppur controvoglia, le decisioni del Governo sulla riapertura il 4 maggio: “Mi atterrò, ovviamente, alle decisioni e così invito a fare tutti i cittadini e gli imprenditori. Almeno di positivo c’è il fatto che abbiamo una data. Nel frattempo noi continueremo a lavorare per la sicurezza e per costruire al meglio nella mia regione la fase 2″.
Più audace invece la consigliera regionale Ilaria Bugetti, che sollecita risposte: “Il governo le dia anche a Prato, non solo a Biella perché la decisione discrimina le Regioni e crea lavoratori e imprese di serie A e di serie B. Stiamo lavorando ai protocolli di sicurezza da giorni, siamo pronti con l’accordo, il nostro sistema sanitario ha retto e avremo cura che continui a farlo. Abbiamo perciò tutte le carte in regola per poter ripartire, già dal 27 aprile“.
La notizia è seguita con attenzione e un po’ di sorpresa anche a Como, dove invece i macchinari sono ancora fermi
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