Dal 28′ Osservatorio Distretto Tessile di Como arrivano discrete indicazioni per il mercato della seta, a giudicare dai dati usciti dal monitoraggio del commercio internazionale dei prodotti tipici del tessile comasco (tessuti in seta, in fibre artificiali ed in poliestere) e dei suoi principali utilizzi (abiti da donna e camicette realizzati in questi tessuti), basato sui dati di interscambio dei principali player mondiali.
L’analisi, a cura della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, ha infatti confermato per i tessuti in seta una buona tenuta delle quote di mercato italiane, nonostante la progressiva sostituzione della seta con altre merceologie e l’ascesa della Cina: l’Italia resta leadership in Francia (con una quota di mercato del 69%), in Germania e nel Regno Unito, ed ha un buon posizionamento negli Stati Uniti. Italia competitiva anche nel segmento dei tessuti di filamenti artificiali, soprattutto nei paesi più importanti dell’Unione Europea (Germania, Spagna e Francia), dove le quote di mercato superano il 40%, nonostante l’avanzata dei prodotti cinesi e turchi.
La concorrenza invece si fa sentire di più nel comparto dei tessuti di poliestere (quello preponderante in termini di interscambio mondiale), anche in Europa, dove fino a dieci anni fa l’Italia era la numero uno. idem nelle confezioni, che hanno però trovato un buono sbocco in alcuni paesi emergenti per l’alto di gamma, Russia e Cina, divenuta primo mercato di riferimento per gli abiti da donna italiani e quinto per le camicette.
Fermandosi a Como i dati raccolti tramite l’indagine campionaria svolta da Confindustria Moda e dal Gruppo Filiera Tessile di Confindustria Como mostrano un aumento del 4,1% del fatturato 2018 della tessitura serica rispetto al 2017. La crescita è stata maggiore sul mercato nazionale, per la consegna di tessuti che in massima parte vengono utilizzati dai confezionisti italiani, per poi essere destinati ai mercati esteri (si stima che il 70% della produzione comasca vada all’estero, direttamente ed indirettamente). Anche i dati preliminari diffusi dall’Istat mostrano, infatti, un lieve calo delle esportazioni 2018 di tessile (-5,2%) e abbigliamento (-3,2%) della provincia di Como.
Dal punto di vista merceologico, il tessuto per abbigliamento femminile, che copre i due terzi del fatturato e l’80% dei volumi complessivi serici, ha fatto registrare un incremento pari al 2,9%, la cravatteria ha perso lo 0,9%, proseguendo nel percorso di ridimensionamento strutturale che dura ormai da anni. L’accessorio tessile (foulards, scialli, sciarpe, stole, parei, bandane, ecc.) ha presentato i risultati migliori, con un balzo dell’11,1%.
I dati sono molto eterogenei tra le aziende della filiera: il tessuto stampato, ad esempio, ha goduto della spinta favorevole del fattore moda, più del jacquard e del tinto in pezza.
Il 2019 sembra aver imboccato, per il fatturato, una strada simile all’anno precedente, grazie all’ulteriore sviluppo del lusso. A preoccupare sono i rischi di natura politica: dazi tra Stati Uniti e Cina, hard Brexit e tensioni in Medio Oriente. .
L’Osservatorio si è concentrato anche sulla sostenibilità e sul lavoro che a riguardo viene condotto dal Centro Tessile Serico: molto è stato fatto per l’eliminazione delle sostanze pericolose dai cicli produttivi e per l’implementazione di buone pratiche, oltre allo sviluppo di attività ed iniziative per promuovere il benessere dei lavoratori e del territorio. Per misurare il tutto il Centro Tessile Serico, nell’ambito delle attività di sviluppo della Certificazione Seri.co, ha creato due schede tecniche per la raccolta dati, una relativa alla sostenibilità ambientale ed una relativa alla responsabilità sociale.
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