Superato un 2020 difficilissimo con un 2021 decisamente più positivo la filiera Tessile-Moda trova la moda donna (vestiario femminile, maglieria femminile, camiceria femminile e abbigliamento in pelle da donna) come motore della ripresa.

Sulla base delle prime stime effettuate dal Centro Studi di Confindustria Moda, dopo il 2020 a -18,9% il 2021 dovrebbe recuperare almeno il +19,3%, a -3,2% dal 2019. Tale performance si rivela più positiva rispetto a quella prevista per la moda uomo e diffusa lo scorso gennaio (+11,9% sul 2020, ma -9,9% sul 2019).

L’export in particolare dopo un primo semestre a +27,6% ha proseguito assestandosi a+19,2: la confezione registra un +16,7%, la maglieria esterna +25,3%, la camiceria +7,3%, l’abbigliamento in pelle +22,7%. Anche le importazioni sono tornate in positivo (+6,0%).

I primi 15 paesi di destinazione (l’81,6% del totale) sono tutti in crescita, con due eccezioni, Regno Unito e Giappone. Al primo posto (12,5% sul totale, +23,6%), poi la Svizzera, hub logistico per successive riesportazioni da parte delle griffe, a +17,3% e la Germania a +14,2%.

+63,0%per la Cina, passata dal nono al quarto posto, mentre la Corea del Sud sale del 53,2% ed il Giappone cede il 3,0%.

Se il confronto viene fatto sul 2019 per Covid i numeri del 2021 sono in linea ed in alcuni casi anche migliori: solo l’export di maglieria donna è da solo a +10,6%. Meno bene confezione e camiceria, ancora indietro del 4,0 e del -3,9%.

“Le performance della moda donna – commenta Sergio Tamborini, presidente di Sistema Moda Italia – ci confortano in un periodo reso complesso dagli aumenti dell’energia, delle materie prime e dei trasporti. I mercati internazionali si dimostrano sensibili al bello e ben fatto in Italia e la nostra moda con la sua filiera unica al mondo è un protagonista assoluto della ripresa in atto. Un saldo commerciale che supera i 3, 5 miliardi è incoraggiante per il Paese intero e spinge la nostra manifattura ad affrontare le sfide di questo periodo con una maggiore determinazione”.