Moda e sostenibilità: le misure contano

La settima edizione dell’evento annuale 4sustainability, che si è svolto a Milano, ha richiamato all’Auditorium Gio Ponti di Assolombarda oltre 250 persone. Brand internazionali del lusso e della moda, la migliore filiera del tessile e della pelle, alcune fra le maggiori organizzazioni mondiali impegnate sul fronte della sostenibilità e il mondo dell’Università hanno accolto l’invito di Process Factory ad accelerare, mettendo un “punto e a capo” e lavorando tutti insieme per dotarsi di strumenti di misurazione delle performance credibili, condivisi ed efficaci.

Di strada ne è stata fatta tanta, negli ultimi anni. I brand e la filiera più lungimirante, ben rappresentati all’evento 4s, hanno messo da parte i motivi di divisione per dotarsi di metodi e di strumenti univoci, riconoscendo in questo approccio la via più diretta e coerente per arrivare a un modello d’impresa autenticamente sostenibile. Il tema conduttore dell’incontro – legato ai Sustainable Development Goals delle Nazioni Unite e alla data intermedia del 2020 – era definire il prossimo step e cioè l’urgenza di accelerare, di massimizzare l’impegno sposando la trasparenza come volano del cambiamento e accettando dunque di misurare le proprie performance di sostenibilità (e comunicarle senza filtri) attraverso sistemi attendibili in quanto universalmente riconosciuti.

Process Factory ha coinvolto su questo tema i diversi stakeholder, secondo un format strutturato più che sulla classica sequenza di presentazioni frontali, su tre diversi Think Lab e brevi interventi per aggiornare e stimolare.

Che cosa si sta facendo a livello di organizzazioni internazionali per convergere su KPIs e sistemi di misurazione credibili? Che cosa sta facendo la filiera, considerata in tutti i suoi anelli, per mettere i processi al centro del percorso verso la sostenibilità? E qual è la prospettiva del consumatore, rappresentato all’evento da esponenti delle diverse generazioni? Oltre venti relatori si sono alternati sul palco per offrire ciascuno la sua prospettiva, proponendo dati, traguardi raggiunti e sfide ancora da vincere, opinioni provocatorie ed esperienze incoraggianti.

Insolito il format – molto apprezzato dai presenti – e insolite anche le conclusioni: un monologo tra il comico e il serio scritto ad hoc per l’occasione e brillantemente interpretato dall’attrice Gaia Nanni. Perché le cose importanti, col sorriso si affrontano meglio e sapersi prendere in giro è sempre un indice di intelligenza.

fare della sostenibilità un motivo di unione

“Vedere in platea al nostro evento tanti brand e la migliore filiera della moda – ha commentato Francesca Rulli, fondatrice di Process Factory – è prima di tutto uno straordinario motivo di orgoglio. La soddisfazione maggiore, però, è quella di aver contribuito con 4sustainability a fare della sostenibilità un motivo di unione, un obiettivo su cui vale la pena di impegnarsi insieme alzando sempre l’asticella. Sono convinta che la sostenibilità sia uno straordinario stimolo all’innovazione e un fattore potente di sviluppo. Bisogna crederci davvero, però. E fare sul serio ripensando interamente l’organizzazione aziendale. Il consumatore è cresciuto e le iniziative spot, peraltro non misurabili, non bastano più ad ingannarlo”.

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