Prima un duro comunicato di Confindustria Toscana Nord, poi la risposta di Publiacqua e di nuovo le puntualizzazioni di CTN: al centro della querelle le tariffe di fognatura, che gli industriali hanno indicato in aumento del 6%, poi sceso al 3,6% dopo le precisazioni del gestore della rete.

Andiamo per ordine. Nel fine settimana CTN, per bocca di Ivo Vignali, presidente del Consorzio Progetto Acqua, cui aderiscono 210 aziende utilizzatrici di acqua, lancia l’allarme: “Le imprese non ce la fanno, si trovino compensazioni o rimodulazioni” dopo la notizia della fissazione della tariffa di fognatura con un rialzo del 6% (0,590574 euro a metro cubo) con decisione assunta dall’Autorità Idrica Toscana e applicata all’ambito Firenze-Prato-Pistoia gestito da Publiacqua, percettore delle tariffe maggiorate.

Cifre che non hanno trovato riscontro nella versione di Publiacqua, che invece parla di un aumento del 2% per le aziende con autorizzazione allo scarico. “Si aggiungono oneri perequativi nazionali che portano l’incremento al 3,6% – precisano a loro volta gli imprenditori – e le aziende con autorizzazione allo scarico sono quelle che, essendo grandi consumatrici di acqua, hanno uno specifico permesso per l’immissione in fognatura dei loro scarichi, a differenza delle altre imprese che hanno consumi di acqua limitati ad attività aziendali accessorie”.

“Sempre di aumento si tratta – insiste Progetto Acqua – e decorre, retroattivamente e con successivi conguagli, da gennaio 2020 e va a colpire per intero questo anno nero, segnato dalla pandemia. La stigmatizzazione per la scelta di far gravare sulle imprese ulteriori oneri rimane”.