Como, un settembre con qualche nube

Como, un settembre con qualche nube

Settembre discreto ma non eccelso come maggio. Non si parla di meteo ma di congiuntura lariana e qualche dato lascia un po’ di ombra sulla fine del terzo trimestre 2016: l’andamento degli ordini interni è in area positiva e su livelli buoni, ma il saldo tra chi rileva un aumento (31,0%) e chi una diminuzione (36,6%) è ritornato in terreno negativo e con dati paragonabili alla rilevazione di dello stesso periodo dello scorso anno.

Più stabile la domanda estera mentre migliora l’attività produttiva per il 32,8% del campione, resta invariata per il 31,3% e cala per il restante 35,8%. A livello congiunturale, il fatturato in settembre è salito per poco più d’un terzo delle imprese (34,3%), stabile per il 17,1% e in diminuzione per il 48,6%. Per quanto riguarda gli ordini le aziende con ordini oltre un trimestre sono il 10,1%, poco meno della metà quelle con ordini per qualche mese ma meno di un trimestre (42,0%), la restante parte ha ordini per coprire poche settimane (47,8% del campione). Il 19,7% delle imprese intervistate segnala aumenti delle materie prime in settembre (rispetto a luglio), il 76,1% stabilità nei prezzi e il 4,1% una diminuzione. Infine, si continua a monitorare il fenomeno delle insolvenze: il 62,9% del campione dichiara insolvenze di avere casi di insolvenza o rilevanti ritardi nei pagamenti tra i propri clienti. Nel 75% di questi casi la situazione è stabile e non in peggioramento.

“Settembre conferma la sensazione che avevamo percepito nei mesi precedenti – afferma il presidente di Unindustria Como, Fabio Porro – rispetto ad una certa tendenza negativa della seconda parte dell’anno. Si nota un calo dei volumi e dei fatturati che ascriviamo ad una forte difficoltà della domanda interna. A causa di mancanza di liquidità e generale sfiducia i consumi restano deboli e orientati verso produzioni di fascia medio – bassa spesso provenienti da Paesi Extra Ue. Servono misure urgenti e strutturali per invertire la rotta. Un primo passo sembrano essere i provvedimenti contenuti nella legge di Bilancio che andrà in discussione nei prossimi giorni: la detassazione dei premi di risultato e il piano industria 4.0 insieme alla conferma dei superammortamenti rappresentano sicuramente uno stimolo rispettivamente alla necessità di maggior liquidità ed agli investimenti, ma non sono sufficienti. E’ necessario lavorare per aumentare l’attrattività degli investimenti dall’estero, magari sfruttando anche l’incertezza dell’area Britannica a causa di Brexit, nonché considerare la stretta relazione tra la crescita economica e le politiche sociali”.

I dati dell’Osservatorio rapido condotto dai Centro Studi di Confindustria Lecco e Sondrio e Unindustria Como mostrano, rispetto a luglio, un quadro caratterizzato principalmente dalla stabilità degli indicatori associati a domanda e attività produttiva. Sul versante delle vendite l’indicazione di crescita del fatturato si attesta al 30,8%, mentre la diminuzione è segnalata dal 44,4% del campione. Anche a livello previsionale, i giudizi sono improntati al mantenimento dello stesso andamento: il 63,6% delle aziende indica stabilità mentre le indicazioni di crescita e diminuzione si bilanciano. Continuano a rilevarsi criticità già evidenziate in termini di insolvenza e ritardi dei pagamenti da parte dei clienti, da un lato, e in termini di limitato orizzonte di visibilità degli ordini, dall’altro. Più della metà delle aziende (55,6%) denuncia situazioni di insolvenza o ritardo dei pagamenti; in settembre il fenomeno si è ulteriormente intensificato per il 17,8% del campione.

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