Doppio appuntamento in fiera per Botto Giuseppe, che in una settimana ha esposto la propria collezione a Milano Unica prima e Première Vision poi.
Un partecipazione ai saloni col comune denominatore della sostenibilità, linea guida di una collezione che comunque ha fatto del mix tra fibre ed effetti un cavallo di battaglia in un inizio di 2019 in linea con il buon 2018 (chiuso con 63 milioni di fatturato), anche a giudicare dalla presenze nello stand.
Lane leggerissime con intrecci e effetti ruvidi e usurati, tessuti frutto del trittico di combinazione lana/mohair/seta, cashmere estivo in popeline mélange tra le proposte a Milano e Parigi, oltre ai bottonati di lana/seta e lino per le giacche, o seta/lino e cashmere in mélange per qualcosa di più sofisticato.
La sostenibilità tipica di Botto Giuseppe è nel progetto Naturalis Fibra che alla quinta stagione si arricchisce di due nuove etichette : Slowool -better finer natural – Slowsilk –the most ethical silk, mentre si conferma il Natural born cashmere nei colori del vello naturale e senza nessun intervento artificiale nel processo di tintura.
I filati e tessuti che appartengono a Naturalis Fibra provengono da fattorie selezionate e sostenibili in Asia e Oceania e la maggior parte è lavorata nello stabilimento Cascami Seta di Tarcento in provincia di Udine, di proprietà della famiglia dal 1985 che utilizza energie totalmente rinnovabili. La tracciabilità è il vanto delle lane mulesing free, provenienti da aziende selezionate in tutto il mondo secondo i criteri di sostenibilità. Tre i criteri rispettati da questi tessuti: ricerca di materiali naturali e di produttori che soddisfino i criteri di trasparenza e sostenibilità; sistema di produzione che sia meno invasivo per l’ambiente; l’utilizzo di trattamenti e coloranti a basso impatto ambientale.